Friday, February 22, 2013

Domani primo Open Data Day in Italia ma... dove ci porteranno gli Open Data? Non solo APP... anche verso la Business Intelligence?

open data day italiano 2013


Domani si terrà per la prima volta anche in Italia l'Open Data Day. Anche se con un po' di ritardo,  l'Italia si è avviata in questa direzione con decisione e forse possiamo dire che, almeno in questo settore dell'innovazione, il gap con gli altri paesi non è così accentuato come in altri.

Però, anzicchè unirmi al coro delle celebrazioni, vorrei avviare una riflessione critica sugli Open Data,  sulla loro diffusione e sui risvolti economici.

Prima di cominciare, per dissipare qualunque dubbio, devo però chiarire che sono un sostenitore degli Open Data (meglio ancora se "linked"), che la società per cui lavoro si occupa di LOD, che è impegnata nella promozione della cultura del data sharing e che all'evento principale di domani, all'Archivio Centrale dello Stato, ci sarà una sessione incentrata sugli Open Data per i beni culturali, settore in cui opero ora con preminenza. Il chiarimento si è reso necessario per evitare di trovarmi trafitto presto dalle lance dei Cavalieri delle Tavole Rotonde del regno di CameLOD.

A questo punto perchè una riflessione critica?

Diciamo che non si tratta di contestare alcunchè degli Open Data, quanto il tentativo di avviare una discussione costruttiva sul modello economico sui cui si ipotizza possa avvenire lo sviluppo degli stessi. Ad oggi infatti si parla molto delle potenzialità economiche connesse agli OD ma a me sembra che gli unici seri investitori siano al momento i governi delle diverse nazioni. Non che questo sia poco significativo, perchè in fondo sono gli unici in grado di promuovere l'innovazione in termini cosi massicci (è un loro compito per altro!), ma il dubbio che rimane riguarda la sostenibilità a lungo termine.

I governi sostengono gli Open Data ma fino a quando basterà?

Le istituzioni ovviamente identificano negli Open Data la concretizzazione dei propri obiettivi di comunicazione e trasparenza (qui ci sarebbe da discutere sulla situazione italiana) e questo fa si che siano tra in grandi promotori di queste iniziative ma c'è da chiedersi se, in assenza di una risposta forte del mercato, anche il loro interesse non possa, un domani, scemare.

Questo secondo me è il vero punto critico, le varie discussioni sui Business Case sono incentrate sui vantaggi per le PA e per i cittadini ma al momento il ruolo delle aziende è essenzialmente funzionale alla realizzazione del media tra gli uni e gli altri. C'è inoltre da considerare che In Italia la "resistenza" alla trasparenza da parte della Pubblica Amministrazione è un dato oggettivo e non possono essere una metodologia e delle tecnologie a rompere questo schema.

Se le PAL non hanno pubblicato prima i loro dati utilizzando i tradizionali strumenti web fin qui a disposizione non si capisce perchè dovrebbero essere incentivate ora dagli Open Data. Certo c'è una campagna di sensibilizzazione che potrebbe indurre molti a procedere su questa strada ma l'interesse contrario, ovvero quello a nascondere certi dati, può essere così forte da inaridire molte iniziative.

Le aziende e i LOD    

Finchè l'interesse delle aziende sarà solo quello di supportare la pubblicazione dei dati degli enti pubblici o quello di costruire APP (quale è il modello di revenues?) credo che non potremo assistere alla definitiva maturazione di questo settore, occorre che i privati studino e trovino il modo di far fruttare questa opportunità, indipendentemente dai soldi pubblici.

Le ipotesi e le possibilità ci sono ma occorrerebbe una analisi più approfondita per verificarle mentre, ad oggi, questo aspetto mi sembra ancora poco discusso. Esistono in verità già utilizzi  business degli Open Data di rilevante importanza e cito per tutti il caso di Google che sfruttando alcune librerie di dati liberi ha migliorato le prestazioni del servizio che rappresenta il suo core business ovvero la ricerca.
Si tratta però di un caso molto singolare e poco ripetibile (nelle stesse forme) mentre per irrobustire il settore occorre un utilizzo più diffuso e a più livelli.

I LOD, per esempio, possono essere una risorsa anche per le aziende impegnate nella gestione di integrazione di archivi di dati eterogenei, dai quali ricavare informazioni utili e vantaggio competitivo.

Big Data e Business Intelligence

La conoscenza del patrimonio informativo di una azienda,dei Big Data, non è un fatto scontato e, mano a mano che le dimensioni crescono, il patrimonio intrinseco e non "rivelato" diventa sempre più grande. Il suo completo utilizzo è un fattore imprenscindibile (PDF) per le aziende sul mercato e un approccio LOD può oggi rappresentare una alternativa ai classici progetti avviati dalle grandi organizzazioni industriali.

Non è chiaro se ciò ancora non avviene per motivate ragioni e limiti oppure per innata resistenza all'innovazione o, peggio ancora, per deliberata strategia dei principali vendor che sfruttano il fattore "tecnologia proprietaria" per mantenere posizioni di vantaggio sui competitor ma, in fondo, anche nei confronti degli stessi clienti.

In base alla mie competenze Big Data, Search (e Social Networking) e valorizzazione dei Beni Culturali (servizi al cittadino, turismo) sono tre segmenti in cui i LOD possono probabilmente garantire sostenibilità economica ad una iniziativa imprenditoriale ma certamente non sono gli unici, ecco questo è il tipo di discussione che mi piacerebbe approfondire in seguito.      

1 comment:

  1. Ma commenti in merito al contenuto del post no? °_° Cmq...gli spunti che proponi sono davvero interessanti e li condivido appieno (questo il mio pensiero che forse hai già avuto modo di leggere in merito http://gruppoimola.wordpress.com/2013/02/24/enterprise-linked-open-data/).
    Per il tipo di esperienza professionale che ho mi rendo conto che portare l'approccio (L)OD nelle grandi enterprise avrebbe impatti sicuramente macroscopici e positivi su tutta una serie di problmeatiche che coinvolgono pesantemente l'uso e la gestione del patrimonio informativo (es. IT Governance, Enterprise Architecture, SOA ecc...). Mi rendo però conto che le dinamiche aziendali (mi riferisco principalmente a grandi aziende similabili ad ecosistemi informativi complessi come quelli governativi), si scontrano con impostazione mentali e atteggiamenti conservativi ostici a tali pratiche per i motivi più svariati. In questo senso le aziende (dal mio punto di vista clienti e partner) dovrebbero forse colmare un certo gap culturale che (forse per imposizione legislativa) sembrano aver già colmato i governi e le PA. Il percorso "educativo" non è quindi banale e sopratutto non immediato...ma ci stiamo lavorando. ;-)

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