Monday, May 18, 2009

Viaggio nelle best practise del GREEN.IT e dell'ICT sostenibile: Enterprise Content Management e revisione dei processi di Business

Bene... sto per cominciare un lungo viaggio, una occasione che mi consentirà di intraprendere la scrittura di questo post. Non so bene ancora bene dove mi porterà ma intanto il Malpensa Express ha cominciato a muoversi e questo mi concederà i primi 40 minuti di lavoro.

Ho già parlato in alcuni post del Green IT, ma fino ad ora sempre in termini molto generali, oggi invece mi preme cominciare ad approfondire aspetti specifici. Dal primo post sul tema sono cambiati molti scenari, le imprese, costrette dalla crisi, cominciano a riflettere seriamente alla riduzione dei costi, mentre i consumatori sono sempre più sensibili al tema dello “sviluppo sostenibile”.

Questa duplice maturazione degli eventi ha fatto convergere le attenzioni dei manager di aziende a pratiche di riorganizzazione dei processi, qualcosa a metà tra l’ottimizzazione pura e semplice dei costi ed un virtuoso approccio sociale.


Cambia lo scenario nelle aziende ma anche in politica.

Non solo i manager però cominciano a cambiare idea. Addirittura il presidente della nazione più potente al mondo auspica ora una rivoluzione verde dopo il regime “nero” (dal colore del petrolio) del suo celebre predecessore, George “dabliù” Bush. Sarebbe stato pensabile due anni fa vedere un presidente americano auspicare e consegnare le redini del comando ad un management italiano di uno dei colossi dell’industria più tipicamente americana, quella dell’auto?

In maniera assolutamente indipendente, ma ormai strettamente correlata, è avvenuta un’altra rivoluzione.. quella dell’ormai famigerato “web 2.0”, che ha insegnato alle aziende che la comunicazione è un fattore determinante per la produzione di conoscenza e che tale comunicazione può non essere più mono-direzionale, dal centro alla periferia che recepisce, ma molti-a-molti, dove gli utenti da elementi passivi diventano soggetti attivi e ciò, invece di produrre anarchia, è in grado di fare compiere grandi passi in avanti nel campo della gestione della conoscenza.


“Colpa” degli User Generated Content e della Collaboration.

Naturalmente come all’inizio di una qualunque rivoluzione culturale ci sono avanguardie e resistenze, ed i media, complice l’effetto novità, amplificano un po’gli effetti di un cambiamento che, nelle aziende, è ancora più raccontato sui giornali che vissuto veramente. La cosidetta “enterprise 2.0” certamente è un processo che si èmesso in moto e che pian piano ridurrà le istanze più conservatrici del mondo imprenditoriale. Per ora accontentiamoci del positivo impulso dato all’alfabetizzazione informatica degli italiani.

Ma torniamo al nostro tema.

L’approccio GREEN si declina in più temi, che vanno dall’efficientamento dei processi, alla riduzione dell’utilizzo della carta, dell’energia alla tecnologia alla ricerca di forme più efficienti di produzione delle energia o alla diffusione della cultura “sostenibile” ed al trasferimento di competenze e tecnologia. Nei prossimi post vorrei approfondire i temi legati all'ECM, che viene indicata da Gartner come una delle chiavi dell ICT sostenibile e sul sito dell' AIIM,e Association for Information and Image Management ( http://www.aiim.org) si legge, non senza un po' di enfasi, “If the U.S. cut its office paper use by roughly 10 percent, or 540,000 tons, greenhouse gas emissions would fall by 1.6 million tons — equivalent to taking 280,000 cars off the road for a year,” notes AIIM President John F. Mancini.


Enterprise Content Management, ECM ma anche BPM e BPR

Molti di questi aspetti sono strettamente collegati, se si pensa che la de-materializzazione dei documenti permette una maggiore efficienza dei processi e si traduce in minor tempo per l’elaborazione di un iter lavorativo, riduzione dell’effort logistico indotto dal trasferimento materiale della carta, nonché la riduzione per la conservazione dei grandi archivi cartacei.

Banche ed Assicurazioni, per fare un esempuio, sono tenute a rispettare diversi obblighi di legge e misurano l’impiego di spazio in diversi chilometri lineari di archivi cartacei, con costi alti di infrastruttura (spazio utilizzabile, impianti per la conservazione come aria condizionata) e costi di personale (addetti, sicurezza ecc.) a fronte di una percentuale bassissima di utilizzo di tali documenti, alcune ricerche parlano di percentuali vicine all’uno per cento.

Ma cosa si intende per ECM?

Continua...

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