Tuesday, April 21, 2009

Il ministro dell’Istruzione che più ha contribuito alla diffusione della cultura informatica in Italia? Nessuno ha fatto quanto Facebook

Forse oggi mi attirerò le critiche di quelli che guardano con diffidenza alle mode ma, dando il giusto peso alla provocazione di un titolo, volutamente al limite del paradosso, credo che quello di oggi contenga alla base una reale essenza di verità :

all’alfabetizzazione informatica in Italia contribuito Mark Zuckerberg (il boss di Facebook) più che tutti gli ultimi ministri che si sono succeduti.

Non la Moratti, la Gelmini ed i loro illustri predecessori... Ricordate Il tanto strombazzato slogan delle tre “I”, informatica, inglese ed impresa.. è rimasto una delle tante promesse elettorali, di informatica nelle scuole se ne è vista poca e la vicenda del maestro unico sembra ulteriormente diminuire le chance di far crescere le nuove generazioni adeguatamente preparate, sotto il profilo tecnologico.

Però nel frattempo è esploso uno di quei fenomeni che è difficile prevedere prima e che anche dopo che si è concretizzato rimane difficile spiegare: Facebook ha aperto le porte di internet a milioni di neofiti del web.


Un processo in atto da qualche anno

In realtà il processo è iniziato ben prima, con altri Social Network, da MySpace a YouTube o Twitter, ma nessun altro come Facebook è diventato un fenomeno di massa e popolare tra i non “iniziati” del web, ovunque nel mondo e da meno di un anno anche in Italia. Il mio account di FacciaLibro è rimasto silente per mesi fino a quando, inspiegabilmente, quasi da un giorno all’altro si è animato e si è popolato di “amici”, che non mi sarei mai aspettato di trovare nel mondo virtuale.

Oggi poi, aprendo la mia posta, ho avuto la conferma definitiva che questo malvagio oggetto si è trasformato nella killer application che ha rivoluzionato la cultura informatica della popolazione italica, tra le mail di segnalazione che giornalmente mi costringono a vivere “Feisbuch” , c’era la richiesta di amicizia di un amico.

Fin qui nulla di strano.. se questa persona non avesse da sempre dichiarato la propria idiosincrasia all’uso del computer, tanto che per lui “scrivere” rimaneva pur sempre l’uso di una penna (stilografica ovviamente,perchè la biro non si confà a chi vuol ritenersi elite) e che la sua età, 56 (non anziano ma neppure giovane…), non è da considerarsi ideale per cominciare ad utilizzare questi strumenti (dopo averli così a lungo guardati con diffidenza).


Assediato dagli “amici” su Facebook.. come starne fuori?

Ovviamente questo è solo l’ultimo caso di una lunga lista, persone che hanno trovato il coraggio di vincere la propria diffidenza verso il computer ed ancor più verso internet solo perché ormai Facebook li aveva accerchiati, amici e colleghi intrappolati nel network erano dappertutto, come rimanerne fuori?

Cosa abbia determinato questa spirale francamente non so, in fondo il Social Network dei college americani non proponeva molto di nuovo rispetto a chi lo aveva preceduto, semplicemente in genere lo faceva meglio e soprattutto non era un universo chiuso. Lo cito per la seconda volta, ma questo post di Merlinox (ovviamente non tutti quelli che capitano qui sono lettori affezionati) propone una analisi dettagliata del fenomeno ed anche lui, come me, non rintraccia molto di nuovo in ciò che è stato fatto da Facebook. In genere una differenza di approccio, con la possibilità dall’esterno di integrare altre applicazioni, i tanti test, gli abbracci virtuali e le molteplici funzioni, più o meno inutili hanno fatto la differenza. Probabilmente altro fattore critico di successo è stato il carattere “nazional-popolare”( mutuando un’abusata definizione televisiva) di Facebook a differenza di MySpace che per esempio è assimilato soprattutto allo spazio degli artisti o YouTube, visto soprattutto come una “televisione”.


Il successo di Facebook? Fatto da persone normali

Su Facebook non occorre essere un artista digitale o un cantante, è popolato di persone normali, con un nome ed un cognome e non si incontrano (tanti) personaggi come panterina2009 o maschio italiano, con improbabili foto da pin up e con addominali a forma di tartaruga. Partito infatti come network riservato a studenti americani, con email “nota”, è cresciuto tenendo fede all’identità rappresentata dal nome: network di facce. Oggi MySpace rincorre questo modello e da qualche tempo chiede alla login se si vuole apparire con il proprio nome e cognome….

Se questa sia una delle ragioni non posso affermarlo con sicurezza, ma credo personalmente che sia stato un contributo rilevante . Certamente altro fattore critico è la facilità d’uso, che può sembrare una banalità, ma è il discrimine sul quale si infrangono i sogni di molti prodotti software o che ha fatto la fortuna di (pochi) altri, come testimonia il successo travolgente di iPhone per esempio.

continua...

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