Monday, March 30, 2009

Riflessioni sul proprio percorso professionale, conviene cambiare lavoro spesso o rimanere trent'anni nella stessa azienda?

E' quasi un mese che non scrivo un post.

La ragione di questo lungo silenzio risiede nel medesimo luogo o concetto che ha ispirato questo post, ovvero ho cambiato azienda anzi, per essere più corretto, per il momento ho lasciato la società per cui ho lavorato negli ultimi dieci anni, mercoledì infatti si riprende.

Ho trascorso due settimane di "disintossicazione da web" ed anche questo è stato un bel punto di discontinuità, preso anche da alcune riflessioni indotte da tale nuova condizione. Mi sono chiesto quale fosse l'approccio migliore per ottenere il massimo dalla propria vita professionale; non solo una questione di "fare carriera" ma piuttosto quella di riuscire a realizzare cose nuove e più interessanti.

Da un lato ci sono molti esempi di persone giunte a posti di responsabilità dopo aver passato in azienda la propria intera vita professionale, 30 anni con la medesima casacca, utilizzando una metafora calcistica.

Dall'altro ogni cambiamento, passaggio di azienda, garantisce in genere un passo in avanti, sia per quanto riguarda la qualifica professionale, che la mansione ed ovviamente la retribuzione.

Come è meglio comportarsi?

Ovviamente non esiste una regola, o meglio l'unica regola che si può desumere è che ogni metodo di comportamento da vantaggi solo se adeguato alle proprie caratteristiche professionali o umane. Ogni cambiamento richiede una grande capacità di adeguarsi a situazioni nuove ed abilità nel comprendere le dinamiche in atto nella realtà in cui ci si integra. Tutto ciò comporta una possibilità di rigetto che si ripresenta ogni volta e quindi statisticamente maggiore quanto maggiori sono i cambiamenti.

Dopo dieci anni ha pesato comunque sulla scelta il timore di lasciare un meccanismo professionale e di rapporti umani di cui ormai conoscevo a fondo il funzionamento. La domanda corretta è però se questi dieci anni erano una motivazione sufficiente a fermare una decisione o se invece rappresentano un tempo eccessivo in cui il peso della "tranquillità" ha impedito di fare questa scelta un po' tempo prima.

L'alta considerazione delle cose che conosciamo infatti spesso deforma la percezione della realtà, impedendoci di vedere quando veramente occorre dare una svolta al proprio percorso professionale. Siamo portati per natura ad essere "conservatori", dando più peso alle aspettative positive future che all'esame oggettivo di eventuali realtà negative. La sensazione di potere affrontare al meglio il futuro in un ambito conosciuto pone un freno alla legittima aspirazione di trovare altrove maggiori possibilità e stimoli.

Tra breve comincia quindi una nuova avventura, il bilancio di quella che si è appena conclusa è stato ampiamente positivo, seppure eventi ed incontri negativi non siano ovviamente mancati, rimane solo il quesito se questa positività sia stato il massimo che potevo ottenere o alla fine ha rappresentato anche un freno.

3 comments:

  1. In bocca al lupo per la nuova avventura!
    Anch' io ho da poco cambiato lavoro...dopo un' esperienza non lunga come la tua ma molto intensa.
    Fare la cosa giusta nel momento giusto e' estremamente importante ma complesso..serve una grande lucidita' per capire quando cambiare.

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  2. grazie Simon per l'in bocca al lupo!!!

    hai ragione... è veramente difficile capire il momento giusto e spesso più sono intense ed interessanti le esperienze che viviamo e tanto più si corre il rischio di perdersi qualche buona occasione.

    fondamentalmente siamo un po' "conservatori" perchè ci da sicurezza ciò che conosciamo bene, ma ogni tanto è un errore.

    in bocca al lupo anche per la tua nuova avventura!!!

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  3. carlo hai cambiato lavoro?
    ma dove sei cosa fai?
    ciao leonardo

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