Friday, December 5, 2008

L’ Osservatorio sullo stato della Business Intelligence in Italia della School of Management del Politecnico di Milano: il primo report (parte II)

Continuiamo dal post precedente l’analisi dei risultati dell’Osservatorio sullo Stato della Business Intelligence in Italia della School of Management del Politecnico di Milano.

Sulla base della distinzione descritta precedentemente tra Business Intelligence di base ed BI evoluta la situazione che sembra emergere dall’analisi è che le aziende sono raggruppabili in due insiemi diversi, aziende che la utilizzano in settori specifici, probabilmente stimolati dalla presenza di specifiche figura professionali che possono essere definite early adopters, ovvero fanno da apripista all’utilizzo in azienda di metodologie di BI (approccio verticale) ed aziende che ne fanno un uso pervasivo a più livelli (approccio sistemico)


Approccio Verticale vs. Approccio Sistemico

Nel secondo insieme sono incluse realtà in cui l’adozione è sistematica, molto probabilmente decisa a livello di management. Nel grafico seguente è rappresentato il posizionamento delle aziende rispetto all'utilizzo della BI, relativamente ai 73 case studies analizzati dall'Osservatorio. Le misure con cui vengono descitti i 4 macroinsiemi si riferiscono all'ulitizzo della BI per funzioni aziendali e all'intensità di utilizzo di tali tecnologie


* Fonte: C. Orsenigo & C. Vercellis, Business Intelligence. Creare vantaggio competitivo con l'analisi dei dati, Rapporto Osservatorio Business Intelligence, Politecnico di Milano, 2008

Ma anche all'interno della seconda tipologia di aziende, ovvero quelle che strutturalmente hanno introdotto la BI nel proprio processo operativo sono stati osservati comportamenti diversi e percorsi diversificati a seconda delle aziende stesse:
  • approccio sistemico, con precise scelte architetturali e metodologiche valide a livello enterprise
  • approccio pragmantico, rappresentabile con una funzione a “scalini”, in cui il consolidamento di una sperimentazione prelude all’inizio di una successiva
  • approccio “creativo”, in cui viene demandata alla singola funzione organizzativa sia la scelta applicativa che quella tecnica, per ottenere il maggior livello dei risultati, anche a scapito dell’univocità architetturale.
Questa differenziazione introduce, a mio avviso, un tema molto interessante sulle strategie ottimali che le diverse divisioni IT perseguono nella propria attività. Una riflessione su cui torneremo con maggior dettaglio.


Motivazioni all'uso della BI

La principale motivazione che spinge le aziende ad utilizzare strumenti di BI risiede, come emerge dalla ricerca, nella capacità che si acquisisce nel prendere decisioni con miglior cognizione di causa e la capacità di definire migliori strategie di business.

E’ interessante notare che le attese di grandi aziende (68% e 59%) e PMI (55% e 65%) sono sostanzialmente invertite rispetto a questi due aspetti, probabilmente a causa dell’approccio più strutturato delle grandi aziende e della maggiore tensione al mercato di quelle minori, mentre lo scoring dei possibili vantaggi che derivano dall'utilizzo di tali metodologie risulta pressocché uguale per i principali due punti emersi dalla ricerca, come riportato nel grafico seguente e relativo appunto allo scoring dei vantaggi legati all'introduzione della BI.


* Fonte: C. Orsenigo & C. Vercellis, Business Intelligence. Creare vantaggio competitivo con l'analisi dei dati, Rapporto Osservatorio Business Intelligence, Politecnico di Milano, 2008


Gli influenzatori del processo decisionale

Gli influenzatori del processo decisionale sono ovviamente per le grandi aziende in primo luogo:
  • responsabili IT (54%)
  • direzione (42%)
  • finanza (31%)
  • marketing (28%)
Di contro le PMI mostrano percentuali diverse:
  • IT (29%)
  • direzione (45%)
  • finanza (12%)
  • marketing (26%)
Questo sembra potersi spiegare con la forte propensione del management delle PMI di assolvere anche a funzioni tipiche dell’IT e del Finance. Ciò finisce con rendere meno strutturate queste due funzioni e quindi meno in grado di essere driver di innovazione.

Questo quadro statistico sembra testimoniare anche, in generale, la scarsa propensione ad utilizzare metodologie di questo tipo in processi operativi veri e propri, infatti la BI viene ancora vista come un supporto di analisi delle informazioni a fini decisionali e non a migliorare processi ed organizzazione. La BI viene vista come un fattore strategico, ma risulta essere un po' inprigionata proprio da questa visione, che di fatto non permette di sfruttarne in pieno tutte le potenzialità.

Su questo tema nel prossimo post vorrei dedicare un po' di tempo ad analizzare un episodio professionale che ho vissuto in prima persona.

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